martedì 20 marzo 2007

Il giorno in cui morì il comunismo

Il giorno in cui morì il comunismo, inteso come quello italiano fondato sulle basi storiche dei vari Gramsci, Togliatti e compagni-a bella, per far posto a questa banda di fancazzisti che c'è in giro ora, lo si può tranquillamente ricercare indietro nel tempo alle basi dei movimenti di sinistra:
Le Case del Popolo. Fatte coi soldi e le forze dei compagni che avevano combattuto contro i fascisti per la libertà dell'Italia e da un pezzo ridotte a veri e propri bar ristrutturati e ben tenuti. No! la Casa del Popolo dovrebbe essere trasandata e oltre ad una sala per il Ramino ci dovrebbe essere la pista per le bocce. Non quei cazzi di biliardi e soprattutto il campo di calcetto.
Così vuol dire che delle tradizioni non ce ne frega più niente e il primo scopo del circolo diventa il voler fare più soldi possibile.
Devo ammettere che le case del popolo hanno prezzi più bassi. Devo però far notare che a livello fiscale la pressione è quasi nulla. E questa è una vergogna. Anche per chi ci lavora dentro i contratti sono vergognosi e in caso di malattia, maternità e infortuni ci si ciuccia il dito.
Concludendo questa divagazione pomeridiana:
Dalle bocce al calcetto, da Berlinguer ad Ochetto e la frittata è fatta.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ho conosciuto quel forno...ho conosciuto chi ci ha impalato milioni di pizze..tra cui le mie e le tue.ho conosciuto un po di me e di tutti quelli che ci sono passati da lì...ho conosciuto il passato,non voglio conoscere il fututo di quel forno.scusate.qualcuno capirà!
ormai ci sono fanculo il r.grassi narnali da ormai 30 ore abbondanti!

Anonimo ha detto...

i circoli...disperati in cerca di voti, assetati di potere e di soldi come il partito insegnava, quando questi chiuderanno il mondo avrà sicuramente fatto passi avanti.